Che stress: non ce la faccio più!
Avete presente quando vi sentite dire dagli altri che siete isterici? O quando vi sentite sul punto di scoppiare e avete l’impressione di non farcela proprio più, tutto vi dà fastidio e vi sentite sempre stanchi e irrequieti?
Invece di sentirvi in colpa, senza per questo riuscire a modificare il vostro comportamento, potete fermarvi un momento, acquisendo intanto consapevolezza che sotto il vostro nervosismo, la vostra inquietudine c’è di sicuro una ragione e che potete sempre fare qualcosa, anche quando le circostanze paiono non permetterlo.
La naturopatia offre molteplici strumenti per aiutarvi in questo lavoro, un lavoro che però potete compiere solo voi.
Come dicevo, il primo passo è la consapevolezza che ci sia qualcosa che vi disturba; spesso imputiamo il nostro malessere allo stress in senso lato, dando a questo termine una connotazione negativa. In realtà, alla base esiste un coacervo di motivi, alcuni dei quali modificabili, altri meno.
Il segreto, alla base di tutto è sempre uno solo: cambiare quello che si può cambiare e accettare quello che cambiare non si può; sempre memori del fatto che non possiamo cambiare gli altri, possiamo solo lavorare su noi stessi e sulla nostra percezione delle situazioni della vita, per fare in modo di dare un senso a quello che facciamo e per non sentirci in balia di un destino avverso sul quale non possiamo esercitare alcun controllo. Perché è la nostra percezione degli accadimenti della vita a farci soffrire, cambiando la nostra percezione, evitiamo sofferenza inutile.
Mentre facciamo questo lavoro su di noi, comunque, possiamo al contempo cercare di aiutarci con accorgimenti e integrazioni che ci sostengano in questo cammino.
Andiamo con ordine: cominciamo dalla cosa apparentemente più banale e per questo sottovalutata.
Spesso una sensazione di allarme e nervosismo è causata o peggiorata dal fatto che beviamo poco. Acqua, logicamente, naturale e a temperatura ambiente. Quando non si beve a sufficienza il sistema nervoso entra in crisi: il cervello, infatti, è uno degli organi che per primo entra in sofferenza quando beviamo poco, esponendoci a cali di memoria, di concentrazione, basso rendimento, debolezza, sonnolenza. Anche l’intestino risente di un insufficiente apporto idrico, causando stitichezza. E se qualcuno l’ha mai provata, sa come ci si possa sentire irrequieti; d’altronde l’intestino è il nostro “secondo cervello”. Se si beve poco, inoltre, le tossine non vengono smaltite, ma rimangono nell’organismo inquinandolo. Per agevolare il lavoro di depurazione dei reni, è consigliabile, pertanto, bere acqua a basso residuo fisso a intervalli regolari e durante l’intero arco della giornata.
Un altro aspetto, sul quale è abbastanza semplice intervenire, può essere legato ad una carenza di magnesio. Il magnesio è infatti coinvolto in moltissime reazioni biochimiche nel nostro organismo e una sua carenza causa, tra gli altri sintomi, ansia, stress, nervosismo, insonnia, stanchezza, basso tono dell’umore. Tutti i muscoli del corpo (cuore compreso) e l’intero sistema nervoso, inoltre, hanno bisogno di magnesio per funzionare bene. Il problema è che spesso non ne introduciamo a sufficienza con l’alimentazione in quanto non mangiamo alimenti che ne sono ricchi (ad esempio semi oleaginosi, verdure a foglia verde, cereali integrali, legumi, cioccolato fondente) o consumiamo cibi che nel processo di trasformazione industriale lo hanno perso. Lo stress, inoltre, causa un consumo di magnesio superiore alla norma, che va pertanto reintegrato se non si vuole finire in carenza. In alcuni casi, oltre ad introdurre regolarmente nella nostra alimentazione fonti di magnesio, potrebbe essere utile un’integrazione, badando di scegliere le forme più biodisponibili di magnesio, ossia quelle organiche.
Anche la qualità e la quantità di sonno influisce sul nostro umore, sulla nostra tranquillità e sulla sensazione di avere il controllo di noi stessi. È quindi molto importante mettersi nelle condizioni di avere un buon sonno: niente cellulare o apparecchi elettronici e niente TV in camera da letto, sconsigliata l’attività fisica (attività sessuale a parte) prima di dormire – attiva lo yang, mentre la notte è il momento dello yin, cene leggere – per non impegnare il fegato e il sistema digerente nello smaltimento del famoso cinghiale della pubblicità. Meglio sorbire una bella tisana, leggere un libro, fare magari un po’ di meditazione o di respirazione diaframmatica. L’ideale sarebbe dello yoga nidra.
Un grande aiuto può venire anche dai Fiori di Bach. Se abbiamo la sensazione di essere sull’orlo del burn out, Elm sarà il fiore d’elezione; se tendiamo a prendere tutto sulle nostre spalle, senza ascoltare i nostri bisogni e rispettare i nostri limiti, Oak farà al caso nostro; se invece siamo sfiniti per un eccesso di impegno soprattutto sul piano fisico, Olive si dimostrerà un aiuto prezioso.
In periodi di forte stress o sovraccarico, inoltre, può essere di grande aiuto l’integrazione con un adattogeno, una pianta, cioè, in grado di stimolare il corpo e la mente a reagire meglio alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente esterno. Rodiola, Eleuterococco, Ashwagandha, Schisandra, oltre ai funghi medicinali come ad esempio il Reishi, ognuna con le proprie peculiarità, sono piante in grado di ridare vigore a corpo e mente.
Last but not least, mangiare in maniera sana ed equilibrata aiuta notevolmente il nostro umore e la nostra resistenza allo stress, mettendoci a disposizione tutti i nutrienti e le energie sottili necessarie per vivere senza sentirci soverchiati. È chiaro che se il corpo riceve poco nutrimento, o un nutrimento inadeguato, costituito da cibo spazzatura o calorie vuote, non può far altro che segnalarcelo, entrando in allarme, facendoci sentire irrequieti, nervosi, poco aperti verso chi ci circonda, iper reattivi.
Qualunque sia la strada che sceglierete di percorrere e gli aiuti che deciderete di impiegare, ricordate sempre che tutto parte dalla consapevolezza, dalla capacità di ascoltarsi e osservarsi, dal fermarsi, qui e ora.