Perché Naturalmente Chirone
Dedicato a chi si chiedesse il perché di un nome così poco usuale
Perché “Naturalmente Chirone”
Chirone secondo la mitologia classica era un centauro, nato dall’unione di Crono e la ninfa Fillira, metà uomo e metà cavallo perché Crono, per sedurre la ninfa ed eludere la gelosa sorveglianza della moglie Rea, pensò bene di trasformarsi in stallone.
Chirone è il più sapiente e il più evoluto di tutti i centauri ed uno dei personaggi più significativi della mitologia antica, direttamente collegato al mondo della medicina, delle erbe e delle sostanze medicinali.
Chirone aveva appreso da Artemide a conoscere le erbe medicinali e l’arte della guarigione, che poi trasmise ad Asclèpio (Esculàpio), dio della salute e della medicina. Era considerato un grande guaritore, astrologo, inventore e indovino, molto amato dagli dei che gli affidarono la cura e l’educazione di molto giovani eroi fra cui gli Argonauti, Achille e Patroclo, che frequentarono la sua dimora, una grotta ai piedi del monte Pelio, ritenuta a lungo la scuola più famosa di tutta l’Ellade.
Chirone era anche molto esperto nell’arte della lira, grazie al cui suono si diceva fosse persino in grado di risanare i malati. Zeus gli aveva concesso il dono dell’immortalità, ma Chirone lo scongiurò di privarlo di tale dono, quando, nel corso dell’aspra guerra mossa da Eracle ai centauri, una freccia di costui, intrisa del sangue avvelenato dell’Idra di Lerna e diretta contro il centauro Elato, deviando dal bersaglio, lo colpì al ginocchio, causandogli una ferita dolorosa e incurabile. Per sottrarre Chirone agli acuti tormenti della ferita, alla fine Zeus, impietositosi, acconsentì che morisse al posto di Prometeo, trasformandolo, come compensazione, nella costellazione del Centauro.
Per venire a tempi più recenti, Chirone è anche il nome scelto nel 1977 da Charles Kowal, un astronomo americano scopritore di un piccolo corpo celeste dall’orbita del tutto eccezionale. Gli astronomi non sono riusciti a definire con certezza se si tratti di un asteroide o di una cometa, decidendo, così, di includerlo in entrambe le categorie. Successivamente si decise di considerarlo un piccolo pianeta.
La sua orbita, situata tra Saturno e Urano, è piuttosto insolita. Essa, infatti, incrocia talvolta l’orbita di Saturno, talvolta quella di Urano. Per questo motivo la maggior parte degli studiosi lo considera come una sorta di “mediatore” fra i due pianeti.
Da quanto detto sopra è facile intuire il significato simbolico attribuito a Chirone che mi ha spinto a sceglierlo come esemplificazione del mio lavoro.
Innanzitutto, Chirone è una figura sia umana che animale, in grado, perciò, di combinare gli aspetti “alti”, razionali, tipici dell’uomo, con quelli più “bassi” e legati all’istinto che contraddistinguono l’animale. Rappresenta, così, la triplice natura dell’uomo: istintuale, razionale e spirituale.
In secondo luogo è metà dio e metà uomo, immortale come il primo, ma in grado di provare dolore e soffrire come il secondo. Grazie alla sua incurabile ferita, infatti, riesce ad avere una profonda conoscenza della sofferenza e ad acquisire in questo modo la capacità di alleviare le sofferenze altrui.
Solo il terapeuta che ha il coraggio di guardare e riconoscere le proprie ferite interiori (fisiche, psichiche o esistenziali) e che è per questo consapevole dei propri limiti, può infatti acquisire un vero potere terapeutico e può davvero interagire in modo sensibile con chi gli si rivolge in cerca di aiuto, riconoscendo la propria umana vulnerabilità ed evitando il rischio di onnipotenza dell’”Io ti salverò”.
È la saggezza che nasce dalla sofferenza quella che contraddistingue Chirone. È la saggezza che nasce dal fare. Etimologicamente “Chirone” significa, infatti, il “Dio dalla mano esperta” e la mano, come sottolinea Maria Teresa Russo, docente di antropologia ed etica presso l’università di Roma, ha sempre avuto, sin dai tempi di Aristotele, un rapporto molto stretto con l’intelligenza e con l’apprendere: maneggiare è, infatti, sinonimo di conoscere. Per questo motivo Chirone ci insegna ad apprendere dall’esperienza, da ciò che quotidianamente ci accade o facciamo, ma ci invita anche a tenere in debito conto le nostre intuizioni, quelle particolari “illuminazioni” che non sappiamo da dove provengano, ma ci sembrano a volte di una chiarezza e certezza assolute.
Chirone è l’immagine del guaritore-ferito, un archetipo da anni studiato in psicologia e che è di grande importanza nel campo legato alla guarigione. Solo il terapeuta che considera la malattia come qualcosa che lo riguarda da vicino, come esperienza diretta o indiretta e come possibilità sempre presente, può aprirsi ad una reale e profonda (umana) comprensione dei problemi dei propri pazienti.
Questo è il motivo per cui Chirone incarna la figura del proprio Maestro interiore, l’immagine archetipica del terapeuta interiore.
In perfetta sincronia con questi contenuti, la nostra epoca sta riscoprendo i temi del significato simbolico della malattia e della guarigione come processo di auto-guarigione, temi che rappresentano il cuore dell’approccio naturopatico alla malattia.
Secondo tale impostazione, ogni malattia porta con sé un messaggio che deve essere interpretato affinchè il sintomo diventi superfluo e il corpo ha il potere di curarsi da sé, se solo gliene diamo la possibilità. Il lavoro del naturopata è quindi quello di aiutare l’organismo a mantenere questo potere di autorisanamento (la cosidetta “vis medicatrix naturae”) e a stimolarlo quando necessario.
La naturopatia perciò si avvicina al malessere e alla sofferenza adottando un’ottica naturale e autenticamente olistica nella quale corpo, mente, emozioni e contesto ambientale rappresentano elementi strettamente interdipendenti. Utilizza, infatti, un approccio globale alla salute, per cui ogni individuo viene visto nella sua totalità sulla base delle specifiche caratteristiche costituzionali e di stile di vita.
La naturopatia si prefigge così lo scopo di riequilibrare il sistema psico-fisico-emozionale e di stimolare in maniera dolce e non invasiva le capacità di autodifesa, autoregolazione e autoguarigione insite in ognuno di noi, coadiuvando i meccanismi fisiologici legati alle naturali risorse dell’uomo.
Per continuare a parlare degli aspetti simbolici di Chirone, non dobbiamo, infine, dimenticare che questo piccolo corpo celeste, entrando sia nell’orbita di Saturno che in quella di Urano, è dotato di un’influenza sia saturnina che uraniana.
Saturno è colui che porta prove difficili, ostacoli fisici, deserti psicologici, Urano è il Trasformatore, colui che ribalta le carte in tavola favorendo un nuovo assetto; per questo Chirone, tramite il dolore saturniano, ci conduce verso il cambiamento uraniano.
Chirone è la forza interiore che spinge al miglioramento, il risveglio cosciente della parte divina che è in noi, quella capacità di guarire fisicamente ed emotivamente a patto di essere pronti a riceverla rischiando un ribaltamento delle nostre certezze.
Questo, credo, sia il cammino che siamo chiamati tutti a percorrere se vogliamo “guarire” davvero, un cammino di consapevolezza che ci faccia individuare e quindi superare quegli automatismi che tanta sofferenza ci provocano e in balia dei quali trascorriamo la maggior parte del nostro tempo.