Pre-occuparsi non serve
Un sultano si trovava a bordo di un’imbarcazione con uno dei suoi servi più fedeli. Il servo, che non aveva mai viaggiato in mare, si era seduto nella stiva e non faceva che gridare di paura. Tutti cercavano di essere gentili con lui e di tranquillizzarlo, ma la loro gentilezza gli arrivava alle orecchie senza raggiungere il suo cuore spaventato.
Il sultano non ne poteva più di sentire le grida del servo; quel viaggio sul mare turchese, sotto un cielo etereo e irreale ammantato di uno splendore violaceo, ormai non era più motivo di piacere. A un certo punto un anziano gli si avvicinò e disse: “Vostra Maestà, se me lo permettete, penso di sapere come fare a calmarlo.” Senza pensarci due volte il sultano accordò il permesso.
Il saggio ordinò ai marinai di buttare l’uomo in mare; e i marinai lo fecero con estremo piacere. Il servo cominciò ad annaspare in acqua cercando di respirare, poi si aggrappò al bordo della barca e implorò di essere ripreso a bordo. Così lo issarono e lo trassero in salvo. Da quel momento in poi se ne restò seduto in un angolo senza che dalla sua bocca uscisse una sola parola.
Il sultano, molto sorpreso, domandò all’anziano: “Che saggezza può mai esserci in un gesto come quello?”
L’anziano rispose:
“Il vostro servo non aveva mai assaggiato l’acqua salata. E non conosceva il grande pericolo del mare. Quindi, non poteva sapere quanto sia meraviglioso avere sotto di sé il robusto tavolato di una nave, Solo chi ha già affrontato il pericolo può conoscere il valore della pace e della tranquillità”.
Spesso la paura della disgrazia è peggio della stessa disgrazia.
“Chi soffre prima del necessario”, scrisse Seneca, “soffre più del necessario”. La preoccupazione è un tipo di paura, e tutti i tipi di paura producono fatica. Chi ha imparato a non avere paura si accorge di come ciò possa diminuire enormemente la fatica quotidiana.
Marcio Kuhne – Osa e il futuro sarà tuo