La rabbia: come trasformarla
Talvolta, dopo uno scoppio di rabbia intensa e dopo che le fiamme si sono calmate, proviamo a distrarci, cercando di non pensarci più. Questa maniera di affrontare i nostri difetti non funziona. La ragione principale per cui ci siamo fatti prendere dalla rabbia è che c’è qualcosa in noi che non abbiamo ancora riconosciuto.
In questi momenti è bene andare contro la tendenza a evitare quel che sentiamo e rivolgervi invece l’attenzione e accoglierlo pienamente. Potremmo temere che ci faccia correre il rischio di restare travolti.
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A quel punto può essere utile rivedere mentalmente tutta la storia.
Posso notare che il fuoco si è attizzato nella pancia e siccome lì l’ho perso di vista, continua a salire e invade il cuore, poi la testa e poi esce dalla bocca. Già questo tipo di contemplazione può prepararci, di modo che la volta successiva che rischiamo di essere spazzati via da un incendio, ci ricordiamo di noi stessi. Possiamo rammentare quel che è successo l’ultima volta che abbiamo seguito la passione e trovare questa volta altri modi di canalizzarla. Andare a correre finché non siamo esausti. Fare una doccia fredda, o yoga, o meditazione camminata, veloce se necessario, qualsiasi cosa piuttosto che agire la rabbia, che lasciare che ci controlli, che ci porti a compiere un kamma poco avveduto. Se cerchiamo di contemplare quel che sta accadendo prima di esserci completamente calmati, possiamo restare di nuovo intrappolati e continuare a restare fissati sull’evento pensando: “io avevo ragione, ero perfettamente giustificato” e così via. Ma anche da questo possiamo imparare, se siamo disposti a farlo. All’inizio può essere necessaria una qualche attività fisica, per dissipare l’energia ed essere in uno stato adatto a prendere in considerazione cosa sia successo.
Achaan Munindo
Libertà inattesa
Ubaldini Editore
Dello stesso autore, su questo sito anche una riflessione sulla paura