La rabbia: emozione di primavera
In Medicina Cinese la rabbia è l’emozione collegata all’elemento/movimento Legno, al quale afferisce anche il fegato come organo e la primavera come stagione. Ecco perché oggi ho pensato di regalare a tutti noi una riflessione sulla rabbia, un’emozione potente, che può essere distruttiva o propulsiva a seconda di come la si viva e la si trasformi.
“Cosa scatena realmente la rabbia? Quando la vita non è come la vorremmo, reagiamo. Se abbiamo delle aspettative, ci aspettiamo che vengano soddisfatte. Se abbiamo delle esigenze, esigiamo che vengano soddisfatte. Se abbiamo dei desideri intensi, non siamo paghi fintanto che non vengano esauditi. Benché la vita sia neutrale, priva di qualsiasi inclinazione ad adeguarsi alle nostre immagini ideali, continuiamo a credere che dovrebbe seguire il corso desiderato. E quando non lo fa, il risultato è spesso la rabbia, in una forma o l’altra.
Non parlo solo delle grandi esplosioni di rabbia. Con la rabbia perdiamo energia da mattino a sera, in modo sottile, anche nelle giornate buone. Proviamo rabbia sotto forma di impazienza, se siamo costretti ad attendere in mezzo al traffico davanti ad un semaforo rosso. Proviamo rabbia sotto forma di irritabilità, se il telecomando smette di funzionare. Proviamo rabbia sotto forma di sdegno, se qualcuno arriva in ritardo. Proviamo rabbia sotto forma di frustrazione, se la nostra squadra perde. Proviamo rabbia sotto forma di indignazione, se ci sentiamo ignorati o non apprezzati.
Perlopiù non ci accorgiamo di perdere energia con la rabbia, di rendere angusta la vita, di protrarre la sofferenza con l’attaccamento al modo particolare in cui, secondo noi, dovrebbe andare la vita. Perlopiù adottiamo uno dei due tipici sistemi con cui ci hanno insegnato ad affrontare la rabbia quando si manifesta.
Nel primo caso, se il nostro condizionamento ci suggerisce che la rabbia sbagliata, riprenderemo i nostri sentimenti. Pur sapendo che è un approccio simile non è positivo per la salute fisica o emotiva, se il condizionamento è forte, avremo sempre la tendenza a ricacciare indietro la rabbia.
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L’altro modo, più frequente, di affrontare la rabbia é quello di esprimerla. La esprimiamo interiormente, rimuginando e ripensandoci, oppure la esterniamo sotto forma di accusa. Il punto è che l’espressione della rabbia comporta sempre credere nella nostra reazione, con l’autogiustificazione che ne consegue. Siamo fortemente determinati dall’avere ragione a farla valere, se non altro mentalmente.
Che la rabbia venga e repressa o espressa, non la portiamo mai la luce e non ne facciamo mai veramente esperienza. Anche se siamo coinvolti dall’espressione della rabbia, veniamo raramente a contatto con la sua energia. E siamo così presi dal gusto di prestar fede ai nostri pensieri e di incolpare qualcuno, che non facciamo davvero esperienza della rabbia. Di fatto, sembra che una delle funzioni della rabbia sia permetterci di non affrontare ciò che sta realmente accadendo. Che cosa stiamo cercando di evitare? Forse emozioni più penose di offesa e angoscia. Forse il confronto con le paure più profonde che quasi sempre si celano dietro la rabbia. È più facile essere arrabbiati, soprattutto quando ci sfoghiamo, che sperimentare l’offesa, l’angoscia o la paura.
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Come praticare con la rabbia? Per prima cosa, ovviamente, dobbiamo renderci conto che ogni manifestazione della rabbia è il nostro sentiero. L’insorgere della rabbia ci segnala che dobbiamo puntare la freccia dell’attenzione all’interno. È un’occasione per vedere in che modo ci rinchiudiamo nel guscio protettivo della reazione da cui è scaturita la rabbia. È uno stimolo a indagare i mezzi con cui vogliamo che la vita soddisfi aspettative, richieste e desideri. Per portare alla luce tali immagini dobbiamo guardare all’interno, senza autogiustificazioni e rimproveri. E dobbiamo farlo con onestà e precisione inesorabili”.
Ezra Bayda
Essere Zen. Portare la meditazione nella vita
Ubaldini Editore