Freddo: l’alimentazione secondo la Medicina Cinese
Sia pur giunto in ritardo, anche quest’anno il freddo ha iniziato a mordere le carni, soprattutto al mattino e alla sera. Siamo in inverno ed è giusto così. Tra poco, inoltre, arriveranno i tre giorni più freddi dell’anno: i giorni della merla.
In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) il freddo è per prima cosa un fattore climatico esterno che influisce sull’equilibrio interno dell’organismo. Se l’organismo è in buona salute, di per sé il freddo non è negativo: tutto dipende dalla sua intensità e da quanto si protrae l’esposizione a tale fattore climatico. Dirò di più: esporsi correttamente al freddo è di giovamento all’organismo, perché lo rafforza.
Sto parlando – e questo sarà l’argomento dell’articolo – del freddo esterno, quello causato, appunto, dai rigori dell’inverno, non del freddo vuoto o interno, quello, cioè, della persona in deficit di yang che ha sempre freddo. In questo secondo caso l’alimentazione dovrà infatti avere come obiettivo quello di tonificare lo yang e non meramente di mobilizzare il qi portandolo in superficie per riscaldare il corpo, cosa questa che non si fa in un giorno, occorre tempo e pazienza.
Il freddo, essendo di natura yin, induce un rallentamento, una contrazione, una chiusura, ad esempio dei pori della pelle, per evitare la dispersione del calore corporeo. Il corpo, in presenza di questo fattore climatico, tende infatti a portare il calore verso il centro e verso l’interno, causando quindi una sensazione di freddo alle estremità.
Il nostro corpo però è in grado di difendersi: secondo la MTC, infatti, può contare su un sistema di difesa (weiqi), che circola sotto la superficie della pelle, in grado di proteggere l’organismo da tutta una serie di aggressioni, prima fra tutte quella dei fattori climatici, freddo compreso. La weiqi, così, riscalda la superficie e controlla l’apertura dei pori.
Nonostante tale difesa, a volte il freddo può penetrare negli organi interni, soprattutto quelli posti in basso, e causare – ad esempio -. cistiti da freddo o problematiche similari. Per questo in MTC si raccomanda in inverno di tenere sempre al caldo il sistema funzionale di Rene, che corre, appunto, nella metà inferiore del corpo. Per questo motivo, quando vedo ragazzi con fantasmini in inverno al posto delle calze, non posso far altro che essere solidale con il loro meridiano di Rene per il superlavoro al quale viene sottoposto.
Come possiamo a questo punto affrontare freddo e gelo nel migliore dei modi?
Sicuramente scegliendo un’alimentazione corretta, in grado di riscaldare e garantire all’organismo l’energia necessaria, oltre che di rafforzare il sistema funzionale legato alla stagione: il Rene.
Per sostenere l’energia di Rene, via libera, quindi, agli alimenti neri (colore associato al movimento Acqua, quindi all’inverno e ai Reni): ad esempio ceci neri, lenticchie nere, fagioli neri, sesamo nero, nero di seppia.
Per scaldare l’organismo, ottime anche le spezie, inserendo con giudizio quelle maggiormente riscaldanti come cannella o zenzero, e le erbe aromatiche, come il rosmarino.
Non sarà importante, però, solo la scelta degli ingredienti, ma anche quella dei metodi di cottura, prediligendo quelli con tempi più lunghi, in grado di far accumulare maggior calore all’alimento. Motivo per cui in questa stagione sono indicate e si gustano volentieri zuppe e minestre.
Anche le verdure di stagione aiuteranno ad andare nella giusta direzione, lavorando in sintonia con quella che è la direzione dell’energia in questa stagione: dall’esterno verso l’interno. L’inverno è, infatti, la stagione in cui il seme riposa sotto terra per raccogliere le energie necessarie a generare in primavera una nuova pianta, per questo anche al nostro corpo farà bene nutrirsi di quanto cresce sotto terra: radici e di tuberi. Via libera, quindi, a scorzonera, rape, rape rosse, patate, patate americane, topinambur, ma anche aglio, cipolla e tutta la famiglia, primi fra tutti i porri.
Molto indicati saranno poi gli alimenti in guscio (ad esempio noci, pinoli, pistacchi, castagne), i semi (di sesamo, di girasole, di zucca) e gli alimenti contenuti in baccello, quali ad esempio i legumi. Tra i legumi, però, meglio evitare i piselli, tipicamente primaverili e prediligere fagioli, ceci, lenticchie, e così via.
Seguendo il concetto di natura termica di un alimento, cioè la capacità di un alimento di influenzare in senso termico il nostro corpo e di spostare così il nostro equilibrio energetico verso il freddo o verso il caldo, in inverno sarà sensato rivolgersi, oltre che ad alimenti neutri che costituiscono la base di ogni dieta, ad alimenti di natura termica tiepida, o, periodicamente, ad alimenti caratterizzati da natura termica calda.
Per andare sul concreto
Tra le carni il momento giusto per mangiare ovini è proprio l’inverno, poiché hanno una natura termica tiepida/calda, mentre è il momento di non mangiare troppo coniglio, una carne con natura termica fresca. Carni con natura termica tiepida, che guarda caso anche la nostra tradizione ci fa trovare sulla tavola in questa stagione, sono il cinghiale, il fagiano, il manzo, il cervo.
Se parliamo di pesce, invece, il pesce azzurro (sarda, alice) ha natura termica tiepida, come le cozze e i crostacei. Gli altri abitanti del mare hanno per lo più natura neutra e possono essere, quindi, inseriti con regolarità nella nostra dieta. Solo vongole, granchio e lumachina di mare hanno natura fresca/fredda; per questa ragione sarebbe meglio rimandarne il consumo in estate, soprattutto se soffrite il freddo.
Quanto ai cereali, essi sono in genere neutri quanto a natura termica, o al massimo freschi. Solo il farro verde, il sorgo e la quinoa presentano, infatti, natura termica tiepida. Sarà perciò una buona idea scegliere cereali neutri, evitando quelli freschi ed inserendo periodicamente quelli tiepidi sopra ricordati.
Quando si parla di cereali è bene ricordare che la preferenza dovrebbe sempre andare per quelli in chicco, dal momento che sono più ricchi di qi (energia), in grado di sostenere riscaldamento e metabolismo corporeo.
Parlando di verdure di stagione, dato che gli ortaggi sono per lo più freschi quanto a natura termica, ricordo che consumarli cotti permette all’organismo di beneficiare dei loro nutrienti, senza però raffreddarlo troppo. Per non disperdere tali nutrienti, logicamente, saranno più indicati metodi di cottura quali quella al vapore, o quella saltata in padella.
Tra le verdure segnalo che tutte quelle appartenenti alla famiglia delle agliacee presentano natura termica tiepida. Per questo motivo, se vogliamo riscaldare un piatto che prevede magari la scelta di un ortaggio avente natura termica fresca, ad esempio, della catalogna, ripassarla in padella con aglio e peperoncino (spezia calda) farà virare la natura termica del piatto verso il calore, rendendolo più idoneo per la stagione. Infine, stessa natura tiepida presentano anche i finocchi e zucca, che sono pertanto indicati in inverno.