Cibo e medicina tradizionale cinese

17 Lug, 2014 da

dietetica cineseAlimentazione e Medicina Tradizionale Cinese (MTC)

Il nutrirsi, nella medicina tradizionale cinese, presenta forti collegamenti con le principali idee ispiratrici della filosofia e della cultura cinese.

Secondo la cultura cinese restare sano è innanzi tutto responsabilità del singolo individuo. Si ritiene, infatti, che nessun agente patogeno possa fare qualcosa contro chi ha un sistema immunitario forte, cosa che avviene quando l’individuo riesce a mantenere in equilibrio le diverse componenti del suo organismo.

Uno dei metodi per raggiungere questo equilibrio è sicuramente l’alimentazione: bisogna saper mangiare per non cadere ammalati, conoscere gli alimenti per mantenersi in buona salute e, ancora, saper mangiare per recuperare la salute, sia aiutando l’organismo nei processi di autoguarigione, sia promuovendo l’efficacia di altre tecniche terapeutiche quali l’agopuntura, la fitoterapia, il massaggio.

 

Distinzione tra farmaco e alimento

In questo modo, fare una distinzione tra farmaco e cibo è molto difficile nella tradizione cinese, così come distinguere tra dietetica, dietoterapia e gastronomia. Come i farmaci, i cibi hanno le loro indicazioni e controindicazioni, alimentarsi, infatti, non è un atto neutro per la salute e il benessere della persona.

Normalmente si ritengono alimenti i cibi che possono essere consumati per periodi prolungati di tempo, in quantità elevate senza effetti collaterali. Farmaci sono invece quelle sostanze che inducono reazioni rilevanti in un lasso di tempo breve, che possono avere effetti collaterali e non sono adatti all’alimentazione quotidiana.

Un’ulteriore caratteristica della dietetica cinese è il valore non solo nutrizionale ma anche simbolico del cibo.

 

Collegamento con i principi della filosofia classica

 Nella dietetica cinese, inoltre, si trovano applicati anche i principali concetti della filosofia classica: del confucianesimo, del buddismo e del taoismo.

Dal confucianesimo la dietetica cinese ha mutuato l’importanza attribuita alla moderazione nell’alimentazione, l’importanza della completezza e della complementarietà nella scelta degli alimenti e le regole igieniche e di “etichetta” da osservare nella presentazione dei cibi.

Dal buddismo l’accento posto sulla freschezza del cibo, una certa propensione al vegetarianismo e l’uso del riso come alimento base.

Al taoismo la dietetica cinese deve uno dei suoi punti cardine: la ricerca di un equilibrio yin/yang nell’alimentazione, così come l’uso di cibi e farmaci per la ricerca della longevità.

Ogni carenza, ogni eccesso nella quantità e nella qualità degli alimenti è infatti destinato a produrre alla lunga uno stato di squilibrio, creando le basi per l’insorgere della malattia.

 

Dietetica cinese come dietetica energetica

La dietetica costituisce una delle branche della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e quindi ne condivide la concezione del mondo, il modo di considerare l’uomo come intermediario tra il Cielo e la Terra, la concezione della salute e della malattia.

La dietetica cinese, essendo, come la MTC, energetica, considera più gli aspetti qualitativi del cibo, in particolare aspetti quali il sapore, l’odore, la natura e studia le variazioni energetiche che questi fattori inducono nell’organismo.

In occidente, in genere, il valore del cibo è determinato dalla presenza di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali. I cibi che contengono quantità e proporzioni simili di questi nutrienti sono considerati equivalenti in valore biologico.

Nella dietetica cinese, i nutrienti (lipidi, proteine, carboidrati, sali, minerali etc.) costituiscono solo un aspetto di una corretta alimentazione, ma non l’unico. Parimenti importanti sono, ad esempio, le tecniche di preparazione, cottura e conservazione che possono anche cambiare le caratteristiche di un alimento.

Dal momento, inoltre, che la salute dell’uomo è concepita come uno stato di equilibrio tra le energie dell’organismo individuale e quelle del cosmo e dell’ambiente, la dietetica tiene anche conto della stagione, del clima, del luogo dove l’uomo vive e in cui una data malattia si sviluppa, così come degli alimenti che crescono in quell’ambiente.

In medicina cinese chi siamo determina cosa ci fa bene mangiare. Non si può così stabilire l’adeguatezza di un cibo senza conoscerne il contesto: non tutti trarranno gli stessi benefici da cibi che contengono la stessa misura di nutrienti, così come il medesimo cibo non gioverà alla stessa persona in tempi diversi e in climi diversi.

Le raccomandazioni dietetiche, in sintesi, non vengono mai applicate dalla dietetica cinese in modo uniforme e indiscriminato, pur in presenza di sintomi esteriori simili, ma sono assolutamente pensate per il singolo individuo e le sue caratteristiche.

Dalla MTC la dietetica mutua anche il principio base del trattamento: “tonificare il corretto, disperdere il perverso”. Ciò significa che interviene nei processi morbosi fornendo all’organismo, da un lato, le energie per combattere la malattia e, dall’altro, indicando gli alimenti idonei per contrastarla.

Questo avviene grazie al sapore di ogni alimento e grazie alla sua stessa natura, che è in grado di contrastare la natura della malattia. Alimenti caldi, ad esempio, combatteranno malattie da Freddo e viceversa.

La dietetica, inoltre, è una terapia in grado di colmare carenze attraverso l’apporto di energia o altere sostanze mancanti. Accanto questa azione che potremo definire “tonica”, l’alimentazione ha anche un’azione regolatrice che consente di eliminare gli eccessi, risolvere i ristagni e così via.

 

I concetti fondamentali della dietetica cinese

Per concludere possiamo dire che pochi e semplici sono i concetti fondamentali della dietetica cinese:

1) mangiare poco e in modo variato (la moderazione è una pratica molto raccomandata in quanto l’assunzione di quantità eccessive di alimenti provoca un eccesso di forma e di energia)

2) consumare cibi particolarmente ricchi di jing (essenza vitale dell’alimento)

3) rispettare le proibizioni alimentari (che riguardano per lo più alimenti dal brutto colore, dal gusto spiacevole e non cotti, ma non solo. Nelle opere dei più grandi studiosi di dietetica del passato, infatti, venivano specificati con precisione gli alimenti che non dovevano essere associati tra loro, che non dovevano essere assunti durante certe malattie e durante certi periodi dell’anno e della vita: in particolare cibi crudi, freddi, grassi e glutinati)

4) adeguare l’alimentazione al clima e alla stagione (la dietetica, infatti, è il modo più semplice per seguire i movimenti stagionali di energia e per contrastarne gli effetti nocivi.         In primavera, ad esempio, l’organismo deve depurarsi dalle tossine accumulate durante l’inverno e la dieta dovrebbe contemplare alimenti leggermente piccanti e aromatici per contrastare l’umidità, cibi con azione tranquillizzante per contrastare l’azione del vento, leggermente rinfrescanti per combattere i primi caldi. In estate,  invece, andrebbero consumati cibi freschi o freddi, evitando tutti i cibi e i metodi di cottura che hanno un’azione riscaldante, prediligendo quegli alimenti che tonificano il sangue e i liquidi. In autunno, se il clima è secco, sono consigliati alimenti che producono liquidi, se il clima è umido, alimenti piccanti di natura secca e calda in grado di mobilizzare i ristagni causati dall’umidità. In inverno l’organismo deve far fronte al freddo con alimenti riscaldanti e nutrienti, meglio se di natura tiepida o calda)

5) bere molto tè (che è considerato un alimento con attività terapeutica)

6) introdurre alimenti dietoterapici in caso di malattia

7) personalizzare il regime alimentare a seconda dell’età e dell’attività svolta (nella prima infanzia, ad esempio, sono indicati cibi nutrienti, ma leggeri e digeribili; nell’età dello sviluppo alimenti corroboranti e stimolanti la crescita; nella vecchiaia cibi semplici, poco calorici, facili da digerire, non grassi)

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