Benessere: quale il suo vero significato?

6 Nov, 2013 da

Il benessere (da ben – essere = “stare bene” o “esistere bene”) è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano. La parola “benessere”, il cui senso nel passato coincideva essenzialmente con la salute fisica, oggi ha man mano assunto un significato sempre più ampio, arrivando a coinvolgere tutti gli aspetti dell’essere (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale).

 Si è passati così al concetto di benessere globale che coinvolge non solo aspetti psico-fisici, bensì anche aspetti mentali, sociali e spirituali, dove più che il dato “oggettivo” di salute o malattia, diventa fondamentale lo stato di percezione personale della propria vita, grazie al quale è possibile incrementare il benessere anche in soggetti affetti da patologie e quindi non in salute. Tutto ciò, oltre che trovare una radice nel pensiero filosofico sia orientale, sia occidentale, trova recenti conferme anche in campo medico – scientifico.

 Già nel 1948 l’OMS dichiarava infatti che la salute è qualcosa di più dell’assenza di malattia: è uno stato di completo benessere fisico, mentale e ambientale/sociale.

 Solo pronunciare la parola “benessere” ci fa sentire meglio e fa affacciare alla nostra mente immagini e sensazioni positive: rilassamento, tranquillità, cura, vitalità, salute, equilibrio, positività, affettività, pace, silenzio… La parola “benessere” assume, quindi, anche un significato soggettivo rispetto al quale non si possono fissare a priori criteri fissi, né si possono subordinare sentimenti e desideri del singolo individuo.

 Basti pensare, infatti, a quanti associano l’idea di star bene ad una condotta stabile di normalità, o alla possibilità di viaggiare, di possedere beni materiali, o ancora alla salute fisica: un’idea che cambia, anche a seconda dell’età, della condizione sociale e del momento che si sta vivendo.

 Si viene a delineare, pertanto, un nuovo concetto di benessere non più chiuso, predefinito, standardizzato. Parallelamente alla cultura “del piacere immediato” che contraddistingue la nostra società, la sfida che la ricerca del benessere ci pone è che ognuno riesca a capire quali siano le cose veramente importanti per la propria vita.

 Anche nel rapporto della Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo su sistemi e politiche per la salute è stata proposta la definizione di benessere come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”, che già negli anni trenta del secolo scorso il dott. Bach chiamava “progetto” nella vita o “talento”.

Come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il proprio benessere.

 E’ in questo quadro che si colloca l’intervento del naturopata. Più precisamente, il contributo pratico di questa disciplina consiste nel supporto alla ricerca del significato personale da attribuire al proprio miglioramento, così come nella messa in atto di meccanismi che permettano di conseguire il benessere e di mantenerlo nel tempo.

 Ma partiamo dal nostro contesto sociale. Siamo protagonisti di un tempo pieno di comodità e sicuramente, rispetto a 40 anni fa, di una situazione che appaga molti bisogni. La casa, l’auto, il cellulare, il computer, ora l’i-phone, l’i-pad, le vacanze; eppure parli con le persone e quasi tutte ti confessano che: “Sì, tutto bene, ma… non sto bene… manca qualche cosa”. Si respira un senso di insoddisfazione latente. I ritmi di vita e la velocità del quotidiano ci fanno perdere di vista i valori veri.

 Forse è per questo che da una recente ricerca emerge che “Le difficoltà economiche ci spingono alla ricerca del benessere, dal cibo salutista ai massaggi” e lo psichiatra francese Oliver Dube ha visto dimezzare gli psicofarmaci nei depressi che “passavano le acque” concludendo che le terme sono un antidepressivo naturale, come d’altronde avevano intuito i Romani duemila anni fa. E non è un caso che nell’offerta delle wellness farm abbondino i trattamenti per risollevare lo spirito.

 Dunque gli italiani sembrano decisi a “curare” incertezze, paura del futuro e ansia da mutuo con creme, oli profumati, bagni di vapore e coccole. Spesa annua complessiva: 16 miliardi di euro. Non è poi così strano che in tempi di magra si investa in pelle liscia e strategie antistress!

 La richiesta forte di benessere nasce da un bisogno, quasi un grido, una richiesta d’aiuto proveniente dal mondo intorno a noi, primo fra tutti quello lavorativo: il bisogno di stare bene, il bisogno di essere riconosciuti ed apprezzati come persone.

 Il bene-essere, il bene-stare, il rispetto per l’uomo nella sua unicità, il prendersi cura di sé, il considerare i propri ritmi, il concedersi spazi di vita pura, dovrebbero essere la parte fondamentale della nostra giornata e se ci illudiamo di non considerare questi aspetti, prima o poi i nodi arrivano al pettine generando insoddisfazione, frustrazione e ansia, per fermarci solo sulla superficie. Lo confermano anche ricerche europee e statunitensi sul tema della produttività legata alla salute. Il benessere psico – fisico è importante per dare il massimo anche dal punto di vista lavorativo.

Citando Tal Ben-Shahar, fondatore della scuola di felicità: ”Una vita felice raramente è dettata da qualche straordinario cambiamento, piuttosto prende forma esperienza dopo esperienza. Viviamo una vita felice quando otteniamo piacere e significato, quando passiamo del tempo con le persone che amiamo, impariamo qualcosa di nuovo, o ancora, ci impegniamo in un progetto sul lavoro”.

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