La Compassione
In questo periodo continua a risuonarmi e a riproporsi in tutte le salse il concetto di “compassione“. Anche stamani, aprendo un libro che mi è piaciuto molto ed era tempo non riguardavo, ho trovato queste parole che voglio regalare a tutti.
“Lo stato di compassione come fremito del cuore sorge con l’equanimità. Potete immaginare uno stato mentale nel quale non ci sia un amaro e biasimevole giudizio di noi stessi e degli altri? Questa mente non comprende il mondo in termini di buono e cattivo, giusto e sbagliato, bene e male, essa vede solo “la sofferenza e la fine della sofferenza”. Cosa accadrebbe se guardassimo noi stessi e tutte le diverse cose che vediamo e non ne giudicassimo neanche una? Ci accorgeremmo che alcune cose portano dolore e altre felicità, ma non ci sarebbe condanna, colpa, peccato o paura. Quanto sarebbe meraviglioso vedere noi stessi, gli altri e il mondo in questo modo! Quando vediamo solo la sofferenza e la fine della sofferenza, allora sentiamo la compassione, allora possiamo agire in modi energici e forti, ma senza gli effetti corrosivi dell’avversione.
La compassione può condurre a un’azione molto energica, ma priva di rabbia o avversione. Quando vediamo un bambino piccolo avvicinarsi a un fornello rovente, entriamo subito in azione! La reazione nasce dalla compassione che proviamo: ci muoviamo per allontanare il bambino dal dolore e dal pericolo, non rifiutiamo o condanniamo il bambino.
Provare compassione significa desiderare che un essere o tutti gli esseri siano liberi dal dolore; significa percepire da dentro come dev’essere l’esperienza di qualcun altro.”
Sharon Salzeberg
L’arte rivoluzionaria della Gioia
Ubaldini Editore